Passa ai contenuti principali

Post

In primo piano

Di soste, di attese e di dolore

Da 53 giorni la mia vita si è fermata.  L'inverno è finito, la primavera inonda le aiuole di fiori gialli e viola, i tigli riempiono l'aria di profumo...e io quasi non me ne sono accorta. In casa va avanti solo la manutenzione ordinaria; solo la Stella ha garantito pasti più o meno regolari. Il frigo spesso piange, la montagna di roba da stirare cresce a dismisura e solo le camicie hanno l'onore di essere messe in ordine. Tutto è sospeso. La mia vita si divide fra scuola e ospedale, e grazie a Dio che c'è la scuola, altrimenti l'abbrutimento sarebbe totale. La malattia, il dolore, ti distruggono, anche (e forse soprattutto) quando coinvolgono chi ami. Il lento e angosciante declino della Genitrice porta con sé anche il mio declino. Se già da anni, in quanto curans ,  la mia vita aveva obiettivi brevi e limitati e una progettualità risicata, ora non ne ha per nulla ed è diventata un triste pendolo fra speranza e consapevolezza.  Il corpo della Genitrice, che ha dato

Ultimi post

Di cose che non vorresti mai vedere 20

Delle Cronache di Villa Arzilla 85

Di croci

Dei libri dell'anno 90: Le anime grigie

Dei caregivers

Di cose che non vorresti mai sentire 27

Delle Cronache di Villa Arzilla 84

Dell'eredità del Covid

Di pensieri sparsi

Di ceneri e di Quaresima