Di esperienze di viaggio
La
famiglia Dolcezze AL COMPLETO è partita per le vacanze itineranti. Per fare ciò
si sono dovute realizzare complesse e particolari congiunture astrali: la data
delle ferie dell’Amato Bene appresa con due mesi d’anticipo (evento unico in 21
anni, in cui la suddetta notizia giungeva 3 giorni prima), gli esami completati
dell’Erede, il rientro della Stella dalla Scozia e condizioni di Villa Arzilla
stazionarie (notate che non si dice nulla di Dolcezze e del Cucciolo, sempre
con la valigia pronta). No, non vi preoccupate, nessun resoconto fotografico
(la qualità delle foto di Dolcezze è nota) e neanche una cronaca…ma giusto
qualche esperienza.
-In
una bellissima città del Nord, famosa per i suoi meravigliosi mosaici, Dolcezze
e tribù, dopo aver posteggiato, si guardano intorno per avere informazioni,
quando vengono letteralmente travolti da un gruppo di ragazzi. Dolcezze cerca
di abbordarne uno, ma viene ignorata (con grande detrimento della sua
autostima): il ragazzo le guardava attraverso e non la vedeva neanche. Mentre
lei si interrogava sulla scarsa urbanità degli indigeni, un urlo la fa
sobbalzare: “E’ qui! E’ Squirtle!”. L’Erede:
“Stanno cacciando Pokemon” e così
Dolcezze viene edotta sul nuovo sport nazionale, evoluzione virtuale delle
bellissime cacce al tesoro della sua giovinezza.
No comment.
-In
una ridente cittadina al centro della Penisola, luogo simbolo della pace e
della convivenza fra culture diverse, per accedere alle Basiliche principali
occorre svuotare le borse davanti a due o tre soldati col mitra spianato e
passare sotto il metal detector: contraddizione
in termini, ossimoro. Comprensibile a San Pietro, inconcepibile lì. E per
la prima volta Dolcezze tocca con mano la paura del terrorismo.
-In
un punto che non saprebbe citare dell’Italia meridionale, Dolcezze vuole fare
una tappa per prendere un caffè. L’Amato Bene condivide e imbocca la deviazione
per l’autogrill …e a questo punto…vagano per 10 chilometri in mezzo al nulla,
prima di arrivare in una stazione di servizio quasi fantasma, per poi fare
altri 10 chilometri di ritorno per immettersi nuovamente nell’autostrada: il
caffè più caro e più lungo della storia.
-In
un lunghiiiissimo viaggio di ritorno (il prezzo che si paga nel vivere in una
terra bellissima, ma oggettivamente ai confini dell’Impero), Dolcezze,
finalmente, apprezza il kindle, regalo natalizio delle truppe. Finora lo aveva
guardato con interesse, ma anche con una certa sufficienza (vuoi mettere la
bellezza, la fisicità di un libro cartaceo?). Eppure in macchina non era mai
riuscita a leggere, perché le partiva immediata la nausea. Stavolta, invece,
complice anche il bellissimo libro in lettura (Il baco da seta di R. Galbraith) Dolcezze
per tutto il percorso autostradale, si è estraniata dai “Quando arriviamo?” del Cucciolo, dalle canzoni della Stella, dai
brontolii dell’Erede, dai commenti dell’Amato Bene sulla guida spericolata dei
Tir. Ha smesso soltanto all’imbarco dei traghetti, quando è arrivata all’ultima
pagina, felice e soddisfatta di questo secondo romanzo e gongolando sapendo di
avere già comprato il terzo.
Con
questo consiglio di lettura Dolcezze ritorna al venerdì del libro, ma rimanda alla
bellissima recensione di Murasaki, alla quale non saprebbe proprio cosa
aggiungere.
Troppo onore, davvero, e bentornata ^__^
RispondiEliminaMa insomma, mi confermi che la storia delle cacce ai Pokemon non è una leggenda metropolitana o un esagerazione inventata dai social?
Vabbe', il mondo è di tutti.
Non ho conosciuto nemmeno uno scettico da e-reader che non si sia convertito in viaggio/vacanza... Ché poi un e-reader vero è molto più simile a un libro che a un tablet.
RispondiEliminaIo ricordo il mitra spianato contro di me,a Palermo,davanti alla casa del giudice Falcone.
RispondiEliminaDa allora non mi meraviglio più fi niente.
Capisco i l tuo turbamento ma ti assicuro che pensare che c'è gente che vive ogni giorno con la paura di saltare in aria mu fa accettare di buon grado queste orribili precauzioni.
Sui Pokemon stendo un velo pietoso,il kindle in spiaggia è insuperabile,specie per una vanitosa come me che può leggere senza occhiali approfittando dei caratteri per ipovedenti.
Buone vacanze indigene
@ Murasaki: per carità, dovere!;-) Sì, la caccia ai Pokemon esiste davvero. Per dire...in questo momento l'Erede è in giro coi suoi amici per questo...
RispondiElimina@ la povna: infatti, conversione piena e totale
@ Solsido: so bene che tutto è per la sicurezza, ma è inquietante pensare che i luoghi di culto siano "obiettivi sensibili". Sul kindle concordo in pieno