Del Nonno e dell'incontro



Partisti con l'entusiasmo dei tuoi vent'anni, lieto di poter sfuggire al destino di lavoratore dei campi che ti toccava, come figlio maschio di un possidente. Il tuo bell'aspetto, la tua istruzione ti avevano aperto le porte per la carriera militare, che abbracciasti con gioia. Ti accompagnarono alla città a  dorso di mulo, in un viaggio durato 5 giorni attraverso le trazzere dei monti, e arrivasti a Napoli. Lì tutto ti piaceva, il clima, la gente, la novità di un mondo così diverso dalla vita del paese, chiusa e arretrata, e pieno di quello che tu amavi: la musica e l'arte. Andavi a teatro e ti nutrivi di quella musica che poi avresti tramandato al Genitore (e da lui a me) e leggevi, leggevi tanto. 
Tornasti a Palermo, che non era Napoli, ma le somigliava molto, portavi avanti la tua carriera, collaboravi con il questore, finché un incidente di macchina stroncò i tuoi sogni. 
Fosti costretto a rientrare in paese, prendesti in sposa tua nipote (e così tua madre riuscì a non far dividere le terre), avesti 6 figli, che educasti con rigore militare al senso del dovere e dell'onore. 
Nelle lunghe serate d'inverno, attorno all'unica luce e al braciere, leggevi gli enormi tomi che avevi riportato a casa, tutta la letteratura russa (non importava che fossero libri all'Indice), Manzoni, Nievo,  l'Odissea di Pindemonte e l'Iliade di Monti, per cui Ettore per i tuoi figli  (e per me) sarebbe sempre stato "il prode Ettorre". Leggevi, cantavi l'Opera, raccontavi di luoghi bellissimi, in cui le donne non giravano vestite di nero e coi fazzoletti in testa, parlavi della birra, che non era un granché, ma che bevevi per non essere da meno dei tuoi colleghi. 
Eri uno spirito libero, originale e lungimirante. Avevi amici sinceri sparsi per l'Italia, con cui intrattenevi un'assidua relazione epistolare e anche in paese coltivavi con attenzione le tue amicizie. Curavi in maniera certosina che tutte le "carte" fossero a posto, che i tuoi figli fossero bene inquadrati , che l'economia domestica garantisse la tranquillità familiare. 
Quando nacquero i tuoi figli facesti grandi feste, perché bisognava celebrare le nuove vite e la leggenda familiare dice che si mangiarono i confetti del primogenito fino alla nascita della seconda figlia, tale ne era l'abbondanza. 
Eri un grande affabulatore ed eri cercato da tutti perché sapevi tutto di tutto. Ogni giorno andavi al Circolo a leggere il giornale: nulla ti sfuggiva. 
Quando il Genitore si innamorò della Genitrice, sulle prime ti opponesti (una "cittadina"!), ma poi, quando la vedesti all'opera durante la vendemmia le dichiarasti, con quella galanteria di altri tempi: "Signorina, se avessi trent'anni di meno la chiederei in sposa! ". Ma stavi male, e la tua condizione peggiorò di giorno in giorno. Quando la Genitrice, al rientro dal viaggio di nozze, durante la prima visita al paese non riusciva ad alzarsi dal letto, fosti il primo a capire: "Ma non è che c'è qualche principio di gestazione?" e speravi di conoscerlo questo nipote, che fosse maschio o femmina non ti importava, ma non ci riuscisti.
Moristi un mese prima della mia nascita e non mi vedesti mai. 
Io ti ho incontrato oggi e no, non mi ha fatto paura vedere le tue ossa. 
La vita è passata da te a me e poi tu sei sempre stato presente, nei racconti, nei libri, nelle letterine e nei doni che ogni anno mi portavi. 

Oggi tu mi hai guardato e io ti ho guardato. 
Il nostro incontro, finalmente, si è compiuto. 
A me sono scese le lacrime, ma sono sicura che tu, lì dove sei, hai sorriso.

Commenti

  1. Ma che racconto emozionante.... Mi piace da morire (si fa per dire.. Data l'occasione)leggere il tuo modo di scrivere, raccontare..bravaaaaa

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  2. Certo che noi siciliani abbiamo un rapporto veramente unico con la morte
    Bisogna riconoscerti una sensibilità particolare se sei riuscita a commuoverti per le ossa di un parente mai conosciuto.
    Io mi ritrovo svuotata in questo momento,incapace di piangere
    E mi farebbe bene

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  3. .....
    grazie x questo bellissimo racconto della storia della tua famiglia...
    un abbraccio
    A, Ct

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  4. I nonni, se non ci fossero bisognerebbe inventarli

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  5. Ciao,
    sono Federica del blog Mammaraccontami (www.mammaraccontami.com).

    Ho nominato il tuo blog per il Premio LIEBSTER.

    Qui c'è il link del post, dove sono indicate anche le regole.

    http://www.mammaraccontami.com/2016/04/il-mio-anzi-i-miei-liebster-award.html

    Se vorrai rispondere, mi trovi sul mio blog :)

    Grazie! Federica

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  6. @ Annina: Emozionante, sì. Grazie!
    @ Solsido:Vedi, per me non era sconosciuto. Ne ho sempre sentito parlare, ho letto i suoi diari...come se fossi stata presente. Mi dispiace per il tuo brutto momento.
    @ Angie: grazie
    @Amanda: ...infatti
    @Federica: grazie! Dammi un po' di tempo!

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