Dell'adolescente educato (e Dei libri dell'anno 14)




L'adolescente educato è il desiderio impossibile di ogni genitore. Ogni madre e ogni padre auspicano che il proprio figlio li rappresenti degnamente, tratti con rispetto il prossimo, dica buon giorno e buona sera e dia il passo alle vecchiette. La massima soddisfazione di ogni genitore è che il vicino di casa gli dica :" Ma che ragazzo bene educato!" cosa  che, implicitamente , avvalora il suo impegno formativo. E, invece, anche il genitore più attento si trova in casa una specie di orso che grugnisce, che si alza da tavola mentre  ancora lui sta mangiando, che risponde  al suo saluto con un "Grunf", che non lo guarda mentre gli parla e non risponde se lo chiama.
L'adolescente educato è come l'Araba Fenice, che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa, e soprattutto non lo sa il povero genitore che, avendo investito tante energie nella formazione dell'erede, pensa di aver perso tempo e fatica quando lo sente utilizzare un linguaggio "colorito", rispondere male ad una richiesta e rifiutare ogni forma di comunicazione.
E poi, quando ormai ha perso ogni speranza e si chiede trecento volte al giorno dove ha sbagliato, la madre dell'amico da cui il mostro è andato a studiare, quando lei la chiama per ringraziare per l'ospitalità, si congratula per il comportamento del ragazzo, per la sua educazione e per la sua collaborazione.
"Collaborazione cosa?"" Mi ha aiutato a sparecchiare e poi, andando via, ha gettato la spazzatura" "Scusi, forse non mi sono spiegata. Io sono la madre di...""Sì, lo so, appunto. Sa, si vede la differenza...è veramente un ragazzo bene educato".  
E poi va a parlare con i docenti e scopre che lo portano in palmo di mano, per la sua correttezza e il suo modo urbano di comportarsi e relazionarsi con i compagni.  E lì tu capisci che te lo fa apposta, per farti arrabbiare, ma sa bene che tu hai ragione e ha acquisito quei comportamenti che tu gli hai insegnato.
Insomma, l'adolescente educato non è una chimera, ma esiste. 

E ti viene il dubbio che anche quell'alunno sussiegoso che ti tiene aperto il portone,  che, cortesementemente, se ti vede carica, ti porta la borsa dei libri e che tu hai sempre considerato il tuo ideale irraggiungibile, forse a casa è un mostro come il tuo. 
E che forse il tuo non è poi così mostro, anche se a casa gioca a fare il ribelle. 


Oggi per il venerdì del libro di Homemademamma la mia proposta è

Un uccellino chiamato Francesco. Romanzo



Si tratta di una storia deliziosa che, sotto le forme della favola, spinge bambini e adulti a profonde riflessioni. Dico bambini ed adulti perché, anche se il libro è destinato all’età scolare, in realtà può essere utile anche a noi genitori per riflettere su alcuni punti.

E’ la storia di Francesco, un uccellino che, pur bene “educato”, contravviene alla Prima Regola degli uccelli (ha compassione di un verme che ha catturato e lo lascia libero senza mangiarlo) e, per questo, viene accompagnato dal Saggio Solitario che dovrà “redimerlo”.  Dopo un iniziale momento di panico (il Saggio Solitario è in realtà, un falco!) tra i due si instaura un legame profondo dal quale tutti e due apprenderanno: l’uccellino capirà che ci sono tante Prime Regole (e anche delle deroghe!) e che, quindi, bisogna valutare di volta in volta. Falco Leone, invece, capirà che l’educatore ha grandi responsabilità, perché il suo insegnamento, sicuramente valido e motivato da buone intenzioni, può essere preso alla lettera dai piccoli che, attuandolo senza una giusta guida, potrebbero per questo incorrere in grandi pericoli. Bellissima la conclusione in cui il piccolo, “riabilitato”, e pronto a tornare alla sua vita, torna indietro a salutare il suo maestro, dimostrando di essere in grado di volare molto più in alto degli altri passeri, lui che ha respirato un’altra aria e ha imparato a distinguere ciò che è bene da ciò che è male.
 

Commenti

  1. I tuoi ritratti degli adolescenti di oggi sono molto calzanti... E mi strappi sempre un sorriso. Interessante la poposta di lettura.

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  2. Credo che il dubbio colga nel segno!
    Sfidare i genitori fa parte della crescita, lo abbiamo fatto tutti, anche se sono contenta che il giorno in cui avrò un adolescente arrabbiato e ingrugnito per casa sia ancora lontano!

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  3. Fortunatamente anche a noi mancano parecchi anni all'adolescenza, ma già tremo all'idea vedendo mia sorella alle prese col mio primo nipote. Bella questa tua proposta!

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  4. Oh sì, gli adolescenti educati esistono in quantità, ma in ambiente domestico sono RARISSIMI. E mi vengono in mente gli sguardi perplessi dei genitori quando chiedono esitanti "E... per il comportamento?" "Oh sì, molto corretto, molto responsabile, anche con i compagni, giusto l'altro giorno ha fatto questo e questo, è un piacere averlo in classe...". E il povero genitore di turno mi guarda chiedendosi palesemente se ho capito bene il cognome, se ho fumato sostanze illecite prima del colloquio...

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